sabato 12 gennaio 2008

AULETTA
Auletta vide le sue origini nel periodo che va dal VII al X secolo a.C., durante la colonizzazione
greca. Il paese sorse lungo la Strada Consolare, a sinistra del fiume Tanagro, che univa Capua a
Reggio nel cuore della foresta di "Lontrano" ove ancora oggi si trovano testimonianze. In epoca
longobarda, sia per aver subito numerosi saccheggi che per le pestilenze che vi scoppiarono, Auletta
si trasferì dalla località " Tempa di Donna Rosa", a ridosso della Grotta dell'Angelo, fin sulla riva
del fiume Tanagro. In quell'epoca la cittadina di Auletta era cinta da mura, tanto da acquisire una
posizione difensiva di difficile accesso con tre porte fortificate d'ingresso, corrispondenti ad
altrettante strade, denominate "Porta del Castello, Porta del Fiume e Porta Rivellino o Piano"
(tuttora esistente e con una rupe a picco), alla base della quale scorre il Vallone Cretazzaro. Auletta
fece parte del Principato Citra e la maggior parte del suo territorio era occupato da oliveti e
coltivazioni di grano. Nel centro storico numerosi sono i palazzi gentilizi, molti dei quali
testimoniano importanti eventi storici e culturali. Tra i più importanti ricordiamo il Castello che
ospitò l'Imperatore Carlo V, Casa Mari, onorata dal generale Garibaldi durante il suo viaggio verso
Napoli, Palazzo De Maffutiis e Carusi, Palazzo D'Amato. Auletta ha visto la presenza di giovani
religiosi assurti poi all'altare di santità come S. Donato Simone da Ripacandita, protettore di Auletta
e S. Gerardo Maiella di Muro Lucano. Oggi troviamo ancora la chiesa di S. Maria delle Grazie e i
resti della chiesa Madre di S. Nicola di Mira, distrutta dal terremoto del 1857 che in Auletta contò
numerose vittime. E altresì numerose furono le vittime nei primi anni dell'Unità d'Italia, durante il
periodo del brigantaggio. Le testimonianze sui primi uomini, che vi abitarono in caverne e palafitte,
sono rinvenute nelle "Grotte dell'Angelo" a Pertosa, complesso speleologico che si estende anche
nel territorio di Auletta, al riguardo si è avuta una lunga vicenda giudiziaria conclusasi
recentemente con la divisione di tale bene ugualmente ripartito tra i due comuni. In Auletta si
rinvengono segni di cultura greca anche nel XIV sec.. Intorno all'anno 1000 sorsero in Auletta
numerose chiese. Nel 1129, dopo che l'Arcivescovo di Conza, Roberto, donò alla Badia di Cava, la
"chiesa di S. Andrea Apostolo" in Auletta, Nicola "Conte di Principato", dona e concede alla Badia
e a detta chiesa un "mulino", situato fuori dal "castello" di Auletta, sopra il "fiume Negro". Era già
stato edificato anche il maestoso Castello Marchesale con le sue superbe torri, che faceva parte del
sistema difensivo fortificato del Ducato di Salerno. Nel 1535, la fortificazione oppose una valida
resistenza alle truppe spagnole di Carlo V. In questo periodo, il popolo oltre a vivere alle
dipendenze dei padroni e quindi sottomettersi ai più forti, era flagellato anche dalle carestie, dalle
continue guerre, da pestilenze e terremoti. Auletta, distrutta e abbandonata tante volte, rinasce
attorno al Castello in epoca longobarda. Venne a trovarsi in "terra promiscua" del feudo di
Caggiano nel periodo aragonese. All'inizio del dominio dei Normanni fu signore di detta terra
Guglielmo di Principato, della stirpe degli Altavilla; poi vi fu la famiglia Gesualdo, poi quella dei
Vitilio, che si può definire di "signorotti locali" e poi di quella più nobile dei Di Gennaro, iscritta al
libro d'Oro di Napoli, ultima famiglia feudataria di Auletta. Durante il periodo Napoleonico, i
francesi si spinsero nel Regno di Napoli e anche qui praticarono la loro politica di spoliazione.
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Auletta non sfuggì a tale destino, come attestano le due leggi emanate nel 1807 e nel 1809 da G.
Napoleone e G. Murat, decretanti la soppressione degli ordini religiosi nel Regno di Napoli. I beni
appartenenti ai Monasteri furono prima incamerati nell'erario e poi alienati per soddisfare i creditori
dello Stato. I monaci sparirono dalla vallata, restarono i luoghi che li avevano ospitati: "la chiesa di
S. Andrea", il "Casino dei monaci", la "chiesa di S. Maria Dei Para" sulla collina degli Arnaci.
Questo comune vanta di aver avuto varie famiglie distinte come per esempio i signori Cappelli, i
signori Carusi, Soldoverio e Rota. Di quest'ultima, nella IV Cappella della chiesa di S. Domenico
Maggiore a Napoli, vi sono dei monumenti sepolcrali dedicati ad alcuni membri eminenti della
famiglia stessa risalenti al 1500. Inoltre, sul pavimento della cappella suddetta è visibile ancora lo
stemma della famiglia e su una parete vi è un medaglione riportante l'effigie della moglie di
Antonio Rota. Il Castello Marchesale di Auletta ha origini medioevali, esso risale al periodo in cui
il borgo, situato nella parte più alta del centro storico del paese, entrò a far parte del sistema
difensivo fortificato del Ducato di Salerno. Esso, però, ebbe l'attuale impianto architettonico solo
dopo il 1494, a seguito dell'ispezione effettuata nella zona da Alfonso, Duca di Calabria,
accompagnato dal fiorentino Antonio Marchesi, esperto in fortificazioni. Infatti, era fortificato nel
1535, quando oppose una valida resistenza alle truppe spagnole dell'imperatore Carlo V. Riguardo
al Castello, l'Abate Giovan Battista Pacichelli, nella sua opera "Il Regno di Napoli in prospettiva",
pubblicata nel 1702, dopo un breve accenno alle origini di Auletta, dice che il Castello era
l'abitazione dei signori Gesualdo e che vi alloggiò con splendore Carlo V (prima o dopo l'assedio,
questo non è possibile saperlo). Durante la dominazione Normanna i primi feudatari e proprietari
del Castello furono il Conte Guglielmo e poi il figlio Nicola (Conte di Principato della stirpe degli
Altavilla, 1100). L'edificio fu dei Gesualdo, poi fu proprietà dei Vitilio, dei Di Gennaro, quindi dei
Castriota Scandemberg (eredi di Giorgio Castriota, eroe nazionale albanese del XV secolo) e, per
successione ereditaria, della famiglia Maioli, attuale proprietaria. Molte sono state le trasformazioni
che, soprattutto nei secoli XVI e XVII, hanno modificato completamente l'impianto originario; della
primitiva impostazione militare resta il "torrione cilindrico" nell'angolo nord del giardino. Il cortile,
di forma trapezoidale, ha la base minore verso il portale d'ingresso e costituisce il cuore del
Castello, che vi si affaccia con un piano terreno, destinato a cantina e depositi, ed il piano nobile.
Nella zona riservata all'ingresso è possibile vederne il prospetto ed una bella scala che permette
l'accesso all'appartamento nobiliare. Altre due scale, collocate ai lati dell'atrio d'ingresso collegano
il cortile con il piano superiore ed il sottotetto. All'interno vi sono varie sale, arredate con semplicità
ed eleganza ed anche una piccola cappella. L'esistenza delle tre scale di collegamento ci conferma
quanto scrive il Pacichelli in merito alla suddivisione del Castello in tre appartamenti. Sul finire
degli anni '30, è stato notificato ai proprietari del Castello, dal Ministero competente, la sua
destinazione a "bene di interesse storico - artistico". In seguito al sisma del 1980 l'edificio ha subito
notevoli danni ed è stato in parte restaurato. Oggi è possibile visitare il Castello, ricco di storia e di
arte, seguendo un itinerario particolarmente interessante e suggestivo, grazie anche alle vedute
panoramiche che esso consente. Il Largo Santi Quaranta, costituisce una minuscola e
caratteristica piazzetta nel centro storico di Auletta, da esso si diramano anguste stradine e scalette
che lo attraversano in lungo e in largo; colpito dal sisma nel 1980, esso conserva ancora oggi una
bellezza antica e discreta. Tra le chiese possiamo ricordare l'eremitaggio dello "Jesus", la
chiesetta di "S. Giovanni" e l'attuale chiesa di "S. Maria delle Grazie" che dal 1700 in poi ha
ospitato la Congrecazione laica della carità. Situata nel centro storico, vicino al Castello
Marchesale, nella piazzetta detta "Campitello", essa risale ai primi secoli del II millennio. In essa di
particolare interesse storico è l'altare policromo in legno, nella nicchia dell'altare vi è la statua
lignea di Maria Santissima delle Grazie acquistata nel 1811. L'ingresso è sovrastato dalla
"cantoria", realizzata con travi di legno e provvista di un organo a cassettoni di tipo ottocentesco.
L'attuale chiesa di "Santa Maria Assunta", è sorta invece, tra il '500 e il '600 in seguito ad una
pestilenza che colpì questa zona. Fin dal 1300 si rileva l'esistenza al di fuori di queste terre del
Convento dell'Ordine di San Francesco Della Scarpa, con annessa una bellissima chiesa che ha
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origini pre - romane, in essa si conservano diverse reliquie tra cui il Braccio di S. Donato e quello di
S. Andrea Apostolo. Riscuote notevole interesse, ai fini storici, anche la Torre Campanaria che
faceva parte dell'antica chiesa di S. Nicola di Mira che si trova nella vecchia Via Castello, la quale
collegava due Porte d'accesso al paese: Porta Castello e Porta Rivellino. Questa chiesa,
documentata già nel XIV secolo con la Cappella della Circoncisione posta fuori dalle mura, ancora
intatta nel suo sostanziale aspetto, fu distrutta dal terremoto del 1857; ma il campanile fu
ristrutturato dopo il sisma. In seguito al terremoto del 1980, il campanile è stato ancora modificato
nella parte terminale, la chiesa di cui faceva parte non è stata più costruita e la parrocchia è stata
trasferita nella chiesa di S. Andrea, già tempio pagano, ed è rimasta intatta nelle sue strutture
nonostante i rifacimenti e le varie utilizzazioni subite nel corso dei secoli. Al suo interno esiste
ancora oggi una lapide murata risalente al 1750, contenente un'iscrizione in latino dedicata ad un
"medico eccellentissimo" appartenente alla famiglia De Maffutiis, che prestava la propria opera con

un certo altruismo
. Si identifica oggi con la chiesa parrocchiale di San Nicola di Mira, il "Casino
dei Monaci", oggi di proprietà dei signori Carusi, è stato per secoli la dimora estiva dei monaci
benedettini (forse un ospizio). E' un'importante costruzione ancora abitabile e ben visibile a distanza
per il suo lungo esposto a mezzogiorno, delimitata da un vasto e fertile terreno coperto da vigne ed
uliveti; di particolare interesse sono gli affreschi e l'altare centrale, attualmente sono in corso lavori
di restauro conservativo. Per quanto riguarda i Palazzi Gentilizi, vanno ricordati i Palazzi
Marchesali dei signori Carusi e dei De Maffutiis, quello dei Fallace, quello dei D'Amato, quello dei
Mari in vico Soldovieri che fu sede del quartiere generale delle forze insurrezionali (in esso venne
ospitato per una notte, il 6 settembre 1860, Giuseppe Garibaldi), quello dei Caggiano.

Le bellezze di Auletta

Nell’area si può giungere percorrendo la A3 Salerno – Reggio Calabria con uscita Contursi Terme o Sicignano degli Alburno o ancora una delle uscite fino a Sala Consilina. Notevole è il patrimonio storico, naturalistico artistico e culturale custodito nell’area che comprende buona parte del corso del Fiume Tanagro.





Auletta: sorge sul lato Est del Tanagro. Il nome deriva probabilmente da “Aiulectos” in riferimento forse ad “Auletes” e cioè “suonatore di flauto”, forse a sottolineare la natura pastorale dell’area. Tra le maggiori emergenze naturalistiche ricordiamo le “Grotte dell’Acqua” e le “Grotte della Signora”. Importante il castello marchesale che faceva parte integrante del sistema difensivo del Ducato di Salerno: presenta ancora arredi originali e, nella Cappella Gentilizia, si conserva una reliquia di San Gennaro. Da visitare ancora la Chiesa di San Nicola da Mira, la Cappella di San Donato alla Galleria, la Chiesa di Santa Maria, la Chiesa di San Giovanni ed il Casino dei Monaci. Nel centro storico ricordiamo il Palazzo Mari, il Palazzo d’Amato, il Palazzo De Maffutiis, il Palazzo Fallace, il Palazzo Carusi ed il Palazzo Caggiano.
Auletta: gli uomini illustri
Anche Auletta può vantare i suoi uomini illustri, che nel corso della storia si sono distinti per meriti professionali nella vita e per gesta eroiche sul campo di battaglia e alle quali le amministrazioni hanno dedicato strade o piazze.


Gerardo De Maffutiis nato il 15/ 01/ 1898, si laureò nel 1923 in medicina.Medico condotto, dal 1927 fu anche Sindaco del Comune d'Auletta per un breve periodo.Pubblicò nel 1931 'Sieroterapia e anafilassi. Brevi note di pratica professionale'.E' deceduto il 30/01/1976.